Software developer, Data analyst, UX, Security manager, System Administrator, IoT Developer, Software product manager… cosa fare dopo la laurea in informatica più o meno è abbastanza chiaro. Non esiste corso di studi che non elenchi i principali sbocchi lavorativi per chi si laurea in informatica, sia per chi ha frequentato la triennale, sia per chi prosegue con la magistrale. Quello che spesso è poco chiaro a chi si affaccia per la prima volta alla professione sono le forme in cui il lavoro può concretizzarsi e, soprattutto, quali aspetti valutare per scegliere la forma lavorativa più adatta alle proprie ambizioni e al proprio stile di vita.
Facciamo allora un po’ di chiarezza sulle diverse possibilità che si aprono per un neolaureato o per una neolaureata in informatica oggi in Italia, attraverso 5 domande da fare a chi ti darà da lavorare, anche semplicemente passando dal suo sito web prima di decidere se inviare o meno la candidatura.
1. Quante persone con un profilo professionale come il mio lavorano in questa azienda?
Chi si laurea in informatica può lavorare in tanti settori, ma la differenza non sta tanto nel tipo di azienda quanto nelle sue dimensioni. Il lavoro di un informatico in una grande società di consulenza, che impiega centinaia di programmatori, è molto diverso da quello di un programmatore di una piccola software house, di un reparto IT di una qualsiasi azienda o di una digital company di dimensioni medie.
Nelle grandi aziende di consulenza informatica, nei colossi del tech, il programmatore potrebbe guadagnare di più rispetto allo stesso programmatore impiegato nelle realtà più piccole della stessa nazione, ma a costo di un tipo di lavoro quasi sempre monotono e poco stimolante. Spesso svolto in open space in cui decine e decine di sviluppatori lavorano fianco a fianco come minuscoli ingranaggi di un sistema mastodontico. In epoca post-covid questo scenario è leggermente cambiato grazie a una modalità di lavoro sempre più smart, capace di restituire una dimensione forse più comoda ma non più stimolante.
2. Avrò un contratto oppure dovrò lavorare come freelance?
Sul versante opposto c’è la possibilità di lavorare nel campo dell’informatica come freelance. Questa scelta offre maggiore autonomia, un contatto più diretto con la committenza o comunque con la strategia che sta dietro al singolo progetto, all’interno di diversi team di sviluppo, magari sparsi in tutto il mondo, e su progetti che cambiano. È una scelta molto più stimolante ma molto meno stabile.
Questa forma di lavoro però, nella sua versione ottimale, implica una certa esperienza alle spalle, e la costruzione di una rete di relazioni professionali che un neolaureato difficilmente può avere.
3. Quanto spazio avrò per continuare a studiare e ad aggiornarmi?
La specializzazione in una o più tecnologie, la qualità delle certificazioni ottenute, il continuo aggiornamento sono aspetti fondamentali per fare carriera nel mondo dell’informatica, sia per ottenere maggiori riconoscimenti economici, sia per continuare a essere appetibile sul mercato del lavoro.
Se l’azienda in cui lavori non ti permette di imparare cose nuove, di fare corsi di formazione e di approfondire le tue inclinazioni professionali, ti inchioda a tecnologie che invecchiano rapidamente e a un profilo professionale che risulterà sempre meno interessante. Ecco perché la politica formativa della società in cui vorresti lavorare è un aspetto da valutare tanto quanto il corrispettivo economico.
4. Quanto guadagnerò?
Secondo indagini 2019 – 2021 di Almalaurea i neolaureati in informatica in Italia riescono non solo ad accedere più facilmente e più velocemente al mercato del lavoro, ma lo fanno con stipendi più alti rispetto alla media, che vanno dai 1200 euro ai 1600 euro netti al mese, spalmati su 12 mesi. Esistono altre fonti in rete che stimano RAL anche superiori, che vanno dai 22.000 euro ai 27.000 euro all’anno.
Neolaureati a parte, le RAL dei mestieri informatici variano sensibilmente e dipendono non tanto dal titolo di studio, quanto più da altri fattori, come: il tipo e il livello di specializzazione; quanto la tecnologia in cui si è specializzati è richiesta sul mercato; la qualità e la quantità di certificazioni possedute; il livello di seniority e l’importanza dei progetti seguiti in passato; le dimensioni dell’azienda ma anche la nazione in cui si viene assunti. Di solito, infatti, gli stipendi sono più alti all’estero, quasi sempre, però, a fronte di una maggiore precarietà contrattuale
Sai che le RAL di Geckosoft sono più alte della media italiana a parità di dimensioni aziendali, profilo professionale e seniority?
5. Com’è la vita in azienda?
Posto che la RAL sia appropriata alle proprie competenze e al proprio livello di esperienza, non deve essere l’unico aspetto da valutare per prendere in considerazione un’offerta di lavoro. Oltre alla già citata politica in ambito formazione e aggiornamento, oltre al ruolo e al tipo di progetti in cui è possibile essere coinvolti, più o meno stimolanti, più o meno capaci di insegnarti cose nuove, ti consigliamo di valutare anche le condizioni di vita in azienda.
Parliamo ad esempio della flessibilità oraria o la possibilità di lavorare in modalità mista in presenza-da remoto. Parliamo della dimensione degli spazi di lavoro e della possibilità di tessere relazioni professionali stabili e piacevoli con squadre di dimensioni non esageratamente grandi. Oppure ancora, della politica rispetto agli straordinari, il dress code, insomma quando valuti un posto di lavoro, considera anche questi aspetti, che potrebbero sembrare marginali, mentre invece nella quotidianità possono pesare molto più di quanto immagini. Del resto il lavoro è spesso il luogo, reale o virtuale, in cui passiamo la maggior parte del tempo.
Le forme di lavoro informatico in Italia
Per concludere, oggi in Italia un laureato in Informatica ha molte opportunità di impiego. Pensa che secondo un report di Unioncamere dal 2019 al 2023 si stanno aprendo fra le 270.000 e le 300.000 posizioni in ambito matematico, informatico, di ingegneria informatica. I ruoli che si possono ricoprire sono i più disparati: sviluppatore web, sviluppatore di app, sistemista, sviluppatore banche dati, consulente per il supercalcolo, esperto di cybersecurity, etc. ma, a grandi linee, le forme del lavoro informatico in Italia si possono inquadrare in tre tipi.
- Informatico freelance
Una forma caratterizzata da grande autonomia e indipendenza, ma grande precarietà. Non adatta a chi ha poca esperienza e relazioni professionali pregresse. - Informatico dipendente di una società IT di grandi dimensioni
Una forma caratterizzata da stipendi mediamente più alti ma da un tipo di lavoro monotono, poco stimolante, perché di stampo industriale, poco artigianale, a detta di alcuni alienante, a detta di altri rassicurante. - Informatico dipendente di una società medio-piccola o del reparto IT di una grande azienda
Una forma caratterizzata da una dimensione più umana, e dalla possibilità di vivere in team più affiatati, lavorando su progetti più stimolanti e appaganti, perché molto più artigianali e innovativi.
Non c’è un peggio o un meglio, l’importante è fare scelte il più possibile consapevoli. Se vuoi scoprire il nostro approccio al lavoro seguici nelle offerte di lavoro Geckosoft.